Costi e commissioni di un conto trading

I conti trading differiscono essenzialmente per gli strumenti finanziari trattati, i servizi informativi e dispositivi disponibili e conseguentemente dai costi diversi. E' evidente che la scelta del miglior conto trading non può prescindere dalla frequenza delle operazioni di compravendita e quindi dal profilo del trader. A titolo di esempio per un trader neofita l'ampia disponibilità di strumenti e servizi, e quindi costi maggiori alla media, può risultare inutile se non controproducente.

Distinguiamo per un conto trading, anche noto come conto titoli, i costi fissi, i costi variabili e le imposte. I costi fissi sono legati al canone di mantenimento, all'abbonamento della piattaforma utilizzata, ai costi di apertura. Normalmente per conti semplici tali costi sono nulli.

I costi variabili si riferiscono essenzialmente alle commissioni di acquisto e di vendita dei titoli e costituiscono le voci di costo più sensibili per il trader. Dunque a ogni operazione di acquisto e di vendita è applicata una commissione di valore fisso, oppure percentuale rispetto al controvalore del titolo. Normalmente le commissioni sono regressive ossia più operazioni si eseguono minore sarà il costo commissionale di ciascuna. Per il trading sulle valute, cioè il forex, il broker non applica in genere commissioni, il suo compenso di intermediazione è rappresentato dallo spread denaro-lettera.

Calcolo commissioni di un conto trading

Con il calcolatore sottostante è possibile stimare la commissione totale annua sulla base del profilo del tuo conto titoli.

euro
al mese
Commissione percentuale | min. | max.
% | € |
Commissione fissa applicata

Imposte sui titoli di trading

I titoli di trading, come azioni, obbligazioni ed ETF, sono soggette a due imposte, quella sui guadagni conseguiti e quella sul capitale. Si precisa che in fase di adesione al conto titoli è possibile scegliere il regime amministrato per il quale è il broker che si occupa di tutte le incombenze fiscali delle circa la tassazione vigente, oppure viceversa il regime dichiarativo.

Per quanto riguarda l'imposta sul capitale, nota anche come imposta di bollo, è pari allo 0.20% del controvalore al termine di ciascun periodo di rendicontazione. Quindi ad esempio nel caso di rendiconto semestrale, si applicherà al controvalore del 30 Giugno e del 31 Dicembre il bollo pari a 0.20%/2 in ciascuna delle due date.

E' poi applicata l'imposta sui guadagni di borsa (capital gain) pari al 26%. Per guadagno di borsa si intende la differenza tra plusvalenze ed eventuali minusvalenze pregresse conseguite entro i 4 anni precedenti. Una plusvalenza è semplicemente un guadagno derivante dalla compravendita di un titolo, viceversa una minusvalenza è una perdita. Per inciso non tutte le plusvalenze possono essere compensate dalle minusvalenze pregresse. In particolare la compensazione è possibile solo per plusvalenze da titoli che generano redditi diversi (come azioni, obbligazioni, ETN e certificati) e non redditi da capitale (come ETF e fondi comuni). Producono minusvalenze sia i titoli che generano reddito diverso che da capitale. Ad esempio se abbiamo una minusvalenza pregressa da 20€ e conseguiamo una plusvalenza da 100€ dobbiamo tenere conto da quale tipo di titolo è stata generata. Se dovuta a un ETF l'imposta sul capital gain del 26% è applicata sulla plusvalenza da 100€, se dovuta invece a un titolo azionario è applicata sulla differenza 100€ - 20€ = 80€.
L'imposta del 26% sul capital gain è ridotta al 12.5% per i fondi e gli ETF sull'eventuale quota costituita da titoli di stato nazionali ma anche white list.

Calcolo imposte titoli di trading

Il calcolatore a seguire permette di stimare l'imposta sul capitale (imposta di bollo) a partire dal controvalore dei titoli detenuto alla scadenza del periodo di rendiconto.

euro

Con il calcolatore a seguire andiamo invece a simulare l'imposta sul capital gain di titoli di trading quali ETF ed azioni. Sono portate in conto anche le commissioni applicate dal conto trading ed eventuali minusvalenze pregresse. Oltre alle imposte sui guadagni di borsa viene determinato anche il ricavo netto e il rendimento dell'operazione di trading.

%

Altra imposta a cui può essere soggetta un operazione di trading è la Tobin Tax. Introdotta in Italia nel marzo 2013 è applicata su operazioni multiday aventi per oggetto titoli azionari oppure operazioni anche intraday avente per oggetto derivati con sottostanti titoli oppure indici azionari. Sono quindi esclusi altri strumenti finanziari quali ad esempio: fondi, etf ed obbligazioni.

Le azioni soggette alla Tobin Tax sono intanto relative a società con sede fiscale in Italia con una capitalizzazione di almeno 500 mln di euro indipendentemente dal mercato di quotazione e dal paese dal quale proviene l'ordine. Per le azioni l'imposta è pari allo 0.10% sul controvalore all'acquisto. Per i derivati dipende invece dallo strumento e dal range del valore nozionale del contratto ed è applicata sia all'acquisto che alla vendita.

L'imposta è applicata anche ad azioni e derivati azionari di società con sede fiscale in Francia e Spagna (capitalizzazione min. 1mld €) oltre che di qualunque altro paese e capitalizzazione se negoziati nei mercati non regolamentati (OTC).

A seguire il nostro simulatore per il calcolo dell'aliquota e dell'importo della Tobin Tax con riferimento ai vari strumenti finanziari a cui è applicabile.